Murray vince a Wimbledon
Batte Djokovic e entra nella storia

Andy Murray
Andy Murray
di Antonio De Florio
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Domenica 7 Luglio 2013, 18:28 - Ultimo aggiornamento: 9 Luglio, 11:30
WIMBLEDON - Andy Murray trionfa a Wimbledon e il Regno Unito fa festa. Lo scozzese, numero 2 del mondo, si aggiudica i Championships battendo in finale il serbo Novak Djokovic, primo giocatore del ranking, per 6-4, 7-5, 6-4. Fred Perry riposa in pace, dopo 77 anni. Lo scozzese Andy Murray gli fa questo regalo infrangendo l’usurato record inglese ed entra nella storia del tennis dalla porta principale. Un suddito del Regno unito non vinceva lo Slam più affascinante e più celebrato, dal 1936, dai tempi di Perry, appunto.



Andy espugna Wimbledon contro il giocatore più forte del mondo, Nole Djokovic, che appena 48 ore prima aveva incantato il Central Court con un’epica battaglia contro l’argentino Juan Martin Del Potro. Il serbo probabilmente ha pagato quella fatica dimostrando un briciolo di umanità, sbagliando qualche palla in più dopo il tennis stellare espresso, anche oggi, ma in dosi minori.



Andy Murray conferma l’oro olimpico, sottratto a un altro re della racchetta, come Roger Federer, con un percorso netto di 3 ore e 9 minuti e tre set a zero (6-4, 7-5, 6-4). Gli inglesi gli sono grati, i suoi ultimi tre punti sono stati tre boati, dentro e fuori quel catino di 12.000 posti, il Central Court, che alle 14 in punto , ai primi scambi di palla, già ribolliva.



Tanto che il duca di Kent, al centro del Royal box si toglieva la giacca, consentendo al premier David Cameron, al primo ministro scozzese Alex Salmond – quello che ha tirato fuori la bandiera di casa non appena Andy ha chiuso con il quarto match point - e agli altri illustri invitati di seguire l’esempio.

Wimbledon è anche questo.



Andy Murray ha fatto subito capire che l’appuntamento con la storia, questa volta – lo scorso anno fu finalista con Federer e perse – non l’avrebbe fallito. Già nel primo game si procura tre palle break. Nole le annulla e tiene servizio. In quello successivo è Murray a andare sotto ma lo scozzese lo ripaga con la stessa moneta. Scambi lunghissimi, profondi, incrociati.



I due guerrieri non si risparmiano nulla: dal’1-1 una serie di break e contro-break fino al 4-3, quando Andy allunga con il 5-3. Sembra di essere sulle montagne russe, dal pubblico continui “oh” per il beniamino. Dopo un’ora di battaglia il primo set è di Murray.





Sul tabellone appare il risultato di Gianluigi Quinzi che ha vinto il torneo junior contro il coreano Chung. Era dal 1986 che un italiano non vincesse, da Diego Nargiso. Fa una bella impressione leggere quel nome al Centre Court.



Murray riprende la sua scalata. Gioca due metri fuori dal campo, ma ribatte tutto. Nole prova a stanarlo con le palle corte: Andy si fionda e mette a segno vincenti. Djokovic esibisce in campo il suo ricco armamentario. Stop volley a rete, demi-volèe, persino una Veronica che viene bruciata con un rovescio tagliente. Lo scozzese è dappertutto.



Ivan Lendl che da giocatore ha vinto tutto tranne Wimbledon, tradisce qualche emozione. La madre di Andy, Giudy, è due file più sopra. Anche lei non sta nella pelle. Sul 6-5 Murray si procura tre set-point (le palle break conquistate finora sono state 17) e chiude 7-5 con un ace.



Djokovic perde il primo servizio, va sotto 0-1, l’impresa della rimonta diventa sempre più difficile. Lotta su ogni palla, strappa sull’1-2 il controbreak. Andy è sempre lì, con il fiato sul collo. Si arriva al 5-4 e dopo 180 minuti esatti arrivano i tre match point per lo scozzese. Nole glieli brucia tutti con navigata maestria. Uno a rete, un altro con un rovescio lungolinea e poi una grande prima di servizio.



L’appuntamento con la storia è rinviato di soli nove minuti, quando Nole non chiude uno smash semplice semplice e Andy lo punisce con il solito rovescio, più vincente che mai.
Wimbledon è suo. Fred Perry riposi in pace. Anche Murray come la Bartoli scala la balaustra per raggiungere il suo angolo. Il primo ad abbracciare è Ivan Lendl, poi il preparatore atletico…Sta per tornare indietro per prendere il trofeo e ricorda di non aver abbracciato mamma Giudy. Si gira, stringe la mamma e via sul tappeto rosso. Il duca di Kent e la storia sono lì ad attenderlo.






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