Caos Ast, nel limbo la cittadella della salute mentale: decine di famiglie (e pazienti) chiedono certezze

Le ripercussioni dell’addio del dg dell’Ast Storti ricadono anche sui servizi da trasferire In autunno il cantiere del nuovo ospedale di Muraglia ma sugli spostamenti ancora nulla

Caos Ast, nel limbo la cittadella della salute mentale: allo sbando decine di famiglie (e pazienti)
Caos Ast, nel limbo la cittadella della salute mentale: allo sbando decine di famiglie (e pazienti)
di Simonetta Marfoglia
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Domenica 14 Aprile 2024, 01:50 - Ultimo aggiornamento: 12:28

PESARO Prima si sentivano in mezzo a un guado, adesso quel guado rischia di trasformarsi in un pantano, o in un limbo. Le ripercussioni gestionali e politiche dell’addio della dg Nadia Storti all’Ast 1 ricadono anche sui familiari e i pazienti della cosiddetta cittadella della salute mentale a Muraglia. Il nodo su cui si sta dibattendo ormai da oltre un anno è dove collocare i servizi e le strutture che sulla carta da settembre dovranno smobilitare per lasciar spazio al cantiere del nuovo ospedale. Finora le ricerche dell’Ast per trovare spazi alternativi disponibili non hanno concretizzato granchè. E oggi l’annuncio delle dimissioni/prepensionamento della dirigente rischiano giocoforza di dilatare e ristagnare i tempi, prolungando le incertezze proprio nel momento in cui serve una regia determinata e chiara.

 

La preoccupazione

Già ci si era rassegnati a metabolizzare lo spezzatino - collocare un servizio là, un altro lì -, ma ancora lo spezzatino stesso non si sa come verrà cucinato e servito, mentre i giorni si affastellano velocemente e l’autunno è più incipiente di quanto non riveli il calendario.Giusto l’altro giorno l’assessore ai Servizi sociali del Comune Luca Pandolfi, che è anche presidente dell’Ambito territoriale sociale 1, ha ricevuto una delegazione dei familiari degli ospiti della Rsa Tomasello, una delle strutture da smobilitare: solo la casualità ha voluto che quell’incontro coincidesse con il rilancio mediatico dell’ufficializzazione del “caso Storti”.

E l’amministratore ha già incontrato i familiari del centro diurno Il Gabbiano per lo stesso motivo. «Un momento molto delicato - commenta l’assessore - non sappiamo ancora nulla e questa stagnazione incide su utenti e famiglie, famiglie che chiedono soltanto di essere rassicurate e invece finiscono con il dover apprendere dai media quello che accadrà o potrebbe accadere. Oggi è evidente la mancanza di un progetto sanitario della Regione sui territori della nostra Ast, dimostrato dalla situazione dei servizi e dal turnover della dirigenza. Anche come Comune Ambito sociale siamo molto preoccupati».

Il secondo avviso

Il 28 febbraio è scaduto il secondo avviso pubblico dell’Ast per cercare spazi idonei. Oltre alla Rsa Tomasello, che con i suoi 27 posti letto garantisce cure riabilitative e di mantenimento per disabili gravi, dovranno trasferirsi: la comunità protetta maschile e femminile che ha 40 posti letto totali, la Srr, ovvero la struttura residenziale riabilitativa, con 18 posti letto e il centro diurno Il Gabbiano su cui gravitano 16 pazienti. Oltre 100 posti, l’85% dei quali a carattere residenziale, da riallocare in strutture che abbiano specifiche caratteristiche legate alla natura dei servizi. A suo tempo il vicepresidente del consiglio regionale Andrea Biancani, oggi candidato sindaco del centrosinistra, aveva presentato un’interrogazione urgente alla Regione per conoscere l’esito della ricerca di spazi dove trasferire i servizi legati alla salute mentale.

Prima e dopo

«Di certo non c’era nulla prima e non c’è nulla di nuovo adesso - argomenta - mentre si avvicina la scadenza del 30 settembre. La Regione, si è limitata a dire che sono ancora in corso le verifiche di mercato per trovare spazi e gestori dei servizi. In pratica dal 2022, quando si firmò l’accordo, ad oggi, è stata trovata una sede alternativa solo per il reparto di psichiatria, che andrà a Fano e per cui mancano garanzie sul successivo ritorno a Pesaro, mentre non si sa nulla per il Centro di salute mentale e l’Assistenza domiciliare integrata, che non comparivano neppure nell’ultimo bando. Il frazionamento dei servizi renderà più difficile le visite dei famigliari e meno agevole il lavoro del personale, visto che i medici che seguono le strutture sono gli stessi del reparto di psichiatria che finirà a Fano».

Esternalizzare

L’avviso pubblico oltre a cercare immobili cerca anche soggetti che gestiranno poi il servizio, per Biancani un segno che serve a rendere appetibile il bando ma anche «l’ennesimo piccolo passo della Regione verso l’esternalizzazione e privatizzazione della sanità». «Mi sono messo a disposizione - conclude - per collaborare all’individuazione di altri edifici già pubblici, come ad esempio Galantara, dove ci dovrebbero essere spazi inutilizzati, ma è ormai evidente che è mancata una capacità di programmazione logistica».

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