«La storia medica mostrava una significativa incongruenza di genere, per la quale la paziente ha iniziato nel 2011 una terapia con ormoni femminilizzanti - scrivono gli autori - che stava seguendo anche al momento della prima visita". I medici hanno applicato alla trans il protocollo ormonale per la “lattazione indotta non puerperale» che si usa anche per le donne per stimolare la produzione di latte.
Il regime ormonale, insieme alla stimolazione con un tiralatte, ha fatto sì che dopo tre mesi la paziente producesse un quantitativo di latte sufficiente a nutrire il bambino per i primi sei mesi. «Durante questo periodo - precisa lo studio - la crescita del bambino è stata regolare». La vicenda è opposta a quella di Trevor McDonald, salito alla ribalta delle cronache nel 2016, un trans che si stava sottoponendo a terapia mascolinizzante ma che ebbe comunque due figli regolarmente allattati. «Noi vogliamo offrire ai nostri pazienti tutte le opzioni possibili - spiegano gli autori dello studio in un'intervista Al Washington Post - e questo caso è un passo in avanti».