Maria Elena e Bankitalia, faro acceso sugli incontri

Maria Elena e Bankitalia, faro acceso sugli incontri
di Valentina Errante
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Domenica 17 Dicembre 2017, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 09:06

Non sarà colto alla sprovvista, martedì, in commissione Banche, Ignazio Visco. A Palazzo San Macuto restano solo pochi giorni, e così al governatore di Bankitalia è già stata anticipata in via ufficiale quella domanda che nulla ha a che fare con la Vigilanza, ma ha un peso politico enorme. È l’arma delle opposizioni: «Esponenti del governo, a parte il ministro del Tesoro Carlo Padoan, hanno incontrato uomini di Bankitalia per parlare Etruria?». Cosa Visco risponderà si può intuire proprio da quanto affermato l’altra sera in Tv dalla sottosegretaria Maria Elena Boschi sul “caso Vegas” («Ho incontrato più volte il presidente della Consob in varie sedi, come ho incontrato altri rappresentanti istituzionali»). E del resto, anche la diplomatica replica che arriva da Palazzo Koch sembra confermare quale bufera si possa scatenare in Commissione martedì. «I contatti con membri del governo - spiegano fonti di Bankitalia - rientrano nei normali rapporti di collaborazione istituzionale nell’esercizio delle rispettive competenze». 

LA BATTAGLIA
La battaglia finale vedrà però in campo anche l’altro fronte. Il Pd si prepara a muovere l’ultima offensiva sul ruolo di via Nazionale nei default delle banche. I dem tenteranno di giocare l’ultima carta in una commissione che hanno voluto e si è già trasformata in un boomerang. Dalla vigilanza su Mps, alle informazioni trasmesse alla Consob sulle quattro popolari, fino alle trattative seguite alla lettera con cui lo stesso Visco sollecitava Etruria e Veneto Banca all’individuazione di un partner di «elevato standing». Il tema sono le presunte pressioni esercitate dalla vigilanza per mettere a punto l’operazione con la Popolare di Vicenza. Ma è probabile che, come nel caso dell’audizione del presidente della Consob, Giuseppe Vegas, gli altri argomenti scompaiano dalla scena, occupata da Maria Elena Boschi e dal conflitto di interesse dell’ex ministra figlia del vicepresidente della vecchia Etruria.

LA LETTERA
Le opposizioni non possono permettersi un rinvio dell’audizione di Visco e così il senatore Andrea Augello (Idea) punta dritto al cuore della questione che compatta le opposizioni, soprattutto in vista dell’imminente scioglimento delle Camere, che difficilmente lascerà il tempo per nuove convocazioni a San Macuto. La lettera inviata a Pier Ferdinandio Casini, con la quale si chiede di anticipare i contenuti delle domande al Governatore, va subito al sodo: «Dopo quanto accaduto durante l’audizione del Dottor Vegas - scrive Augello - è naturale che la Commissione (e comunque sicuramente il sottoscritto) non potrà esimersi dal richiedere al Governatore Visco se un ministro della Repubblica, diverso dal ministro Padoan, abbia ricercato e ottenuto incontri con esponenti di vertice di Bankitalia in merito alla crisi di Banca Etruria o di altre banche in crisi, oggetto di ispezioni e conseguenti attività sanzionatorie da parte dell’Organo di vigilanza. La questione è troppo delicata per affidarla a domande e risposte improvvisate come è accaduto nel confronto con il massimo responsabile della Consob».

Quello che preme è conoscere tempi, luoghi e argomenti degli eventuali incontri: «Sarebbe di gran lunga preferibile - si legge ancora - una preventiva esposizione circostanziata di eventuali episodi di questo genere, affidata al Governatore o a qualche suo qualificato collaboratore, sempre che fatti di questa natura siano realmente accaduti». L’obiettivo è «preavvertire il Governatore» per consentirgli di «rispondere con una comunicazione ordinata e ben circostanziata riguardo i contenuti, le modalità e i tempi in cui si sarebbe svolta un’eventuale interlocuzione con un membro dell’esecutivo simile a quella descritta dal Presidente Vegas, in quel caso riferita al Ministro Boschi». 

Chi prova a smorzare i toni, come ha già fatto il capo dello Stato Sergio Mattarella, è proprio Casini.

Da Bologna il presidente avverte che non «consentirà» che la commissione diventi «la sede impropria della campagna elettorale» e definisce «irrilevante, se non fossimo in campagna» per il voto, «l’impatto della signora Boschi e della sua famiglia sul tema». Quindi cerca di disinnescare sul nascere la «miccia Ghizzoni» considerandolo «un tema marginalissimo» nel contesto dell’inchiesta. Ma le su parole, per ora, non ammorbidiscono il dibattito. 

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