Ancona, si ubriaca, calci e pugni alla compagna anche davanti al figlio: «Scaraventata dall’auto in superstrada»

Ancona, si ubriaca, calci e pugni alla compagna anche davanti al figlio: «Scaraventata dall’auto in superstrada»
Ancona, si ubriaca, calci e pugni alla compagna anche davanti al figlio: «Scaraventata dall’auto in superstrada»
di Federica Serfilippi
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Giovedì 28 Marzo 2024, 03:55 - Ultimo aggiornamento: 11:48

ANCONA - La situazione tra le mura domestiche sarebbe precipitata con la pandemia, la perdita del lavoro di lui e la caduta nel baratro dell’alcol. Davanti ai problemi economici, l’uomo - un boliviano di 35 anni - avrebbe reagito con la violenza, minacciando e picchiando la compagna, anche in presenza del figlio (oggi ha 10 anni) nato dalla loro relazione. La denuncia sporta nel settembre 2022 dall’ormai ex convivente, una donna peruviana, ha portato il 35enne a processo con l’accusa di maltrattamenti in famiglia, reato aggravato dalla presenza del minore.

Il dibattimento

Ieri mattina si è aperto il dibattimento davanti al collegio penale. È stata la donna a salire sul banco dei testimoni e ripercorrere i fatti contestati dalla procura. «Litigavamo per soldi e perché lui tornava a casa ubriaco» ha detto la peruviana, attraverso la quale il figlio si è costituito parte civile con l’avvocato Arianna Benni.

La vittima ha parlato di schiaffi, pugni, insulti e di oggetti che l’uomo le avrebbe lanciato contro. Nel corso della convivenza ci sarebbero state anche le minacce, pronunciate quasi sempre in uno stato d’ebbrezza alcolica: «Ti ammazzo», «ti porto via nostro figlio». In un’occasione, lei ha raccontato di essere stata lasciata in superstrada, all’altezza di Monsano dopo un litigio in auto con l’ex compagno. Lui avrebbe accostato la vettura, dove c’era anche il bambino, per poi scaraventare la donna fuori dall’abitacolo.

La denuncia

La donna ha deciso di rivolgersi agli investigatori della Squadra Mobile della questura nel settembre del 2022. Per paura di subire ancora violenze, quel giorno la peruviana si era chiusa in casa con il figlioletto. L’imputato, stando a quanto ricostruito, aveva cercato di buttare giù la porta a calci e pugni, inveendo contro la convivente. Non trovando un varco d’accesso, il 35enne era sceso in garage e qui aveva spaccato ogni oggetto che gli era capitato a tiro. Dopo la denuncia sporta alla polizia, il gip aveva applicato al boliviano il divieto di avvicinarsi alla vittima.

Tale prescrizione sarebbe stata violata almeno una volta, quando l’uomo - era agosto 2023 - si sarebbe presentato sotto il portone del palazzo dove viveva la donna, al Piano, distruggendolo e ferendosi con i vetri. Erano dovuti intervenire gli agenti delle Volanti. Per il vizio alcolico, l’imputato (difeso dall’avvocato Roberta Angeletti) è stato anche ricoverato in una clinica riabilitativa. Il 17 aprile è attesa la sentenza.

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