Dieta vegana, allarme neonati: rischio neurologico triplicato

Dieta vegana, allarme neonati: rischio neurologico triplicato
di Valentina Arcovio
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Mercoledì 14 Marzo 2018, 08:29 - Ultimo aggiornamento: 23:06
Guerra alla dieta basata sui soli alimenti vegetali. Specialmente se a pagarne le conseguenze sono i bambini. A sancirla apertamente sono state alcune delle principali società pediatriche italiane che, negli ultimi giorni, hanno lanciato pesanti accuse contro i genitori che impongono ai figli, già dal grembo materno e poi per tutta l'infanzia, diete vegetariane e vegane ritenute pericolose per il corretto sviluppo neurologico dei bambini. Qualche giorno fa, l'ospedale Ca' Foncello di Treviso ha denunciato il ricovero di due neonati affetti da una grave carenza di vitamina B12, perché le loro mamme avrebbero seguito in gravidanza una dieta vegana fai da te. In sostanza, hanno evitato di mangiare carne, ad oggi l'unica riserva preziosa di vitamina B12, senza concordare l'assunzione di alcun integratore con uno specialista in nutrizione.

LO SCREENING
E purtroppo questi non sono gli unici casi. Da quando i regimi alimentari a base di soli vegetali hanno iniziato a prendere sempre più piede nel nostro paese, i ricoveri di bambini con deficit di vitamina B12 sono diventati più frequenti. Non solo neonati, le cui mamme non hanno cambiato la propria dieta neanche in gravidanza, ma anche bambini di un anno o più costretti ad adattarsi alle scelte alimentari dei propri genitori.
Quelli che prima erano semplici casi isolati, starebbero diventando quindi più diffusi. È evidente soprattutto se si vanno a guardare i casi di deficit di vitamina B12 identificati attraverso lo screening neonatale esteso: in un solo anno sono triplicati. Si è passati infatti da 42 casi del 2015 a 126 del 2016. Numeri ancora bassi, certo. Ma, secondo i pediatri della Società Italiana per lo studio delle malattie metaboliche ereditarie e lo screening neonatale (Simmesn), è la crescita esponenziale a destare l'allarme. «La vitamina B12, o cobalamina, è contenuta negli alimenti di origine animale, ha un importante ruolo nello sviluppo del sistema nervoso centrale e il suo fabbisogno aumenta in gravidanza», spiega Carlo Dionisi Vici, responsabile dell'Unità operativa complessa di patologia metabolica dell'ospedale Bambino Gesù di Roma. «Se la madre non ne assume abbastanza, o peggio non ne assume affatto, può creare al neonato danni neurologici già in utero, che proseguono e peggiorano nei mesi successivi, con l'allattamento», aggiunge.
Concordano con la Simmesn anche i pediatri della Società italiana di pediatria (Sipps) e della Federazione italiana medici pediatri (Fimp) che proprio nei giorni scorsi hanno pubblicato una position paper, documento all'interno del quale sottolineano i pericoli di una dieta vegana o vegetariane nei bambini. «Per un corretto sviluppo del bimbo le diete latto-ovo-vegetariane e vegane sono inadeguate, soprattutto considerando l'ambito neurologico, psicologico e quello motorio», spiega Andrea Vania, professore di Nutrizione pediatrica all'Università La Sapienza di Roma.

LE POSIZIONI
Per i pediatri più pericolose della dieta vegana o vegetariana, sarebbero le diete senza carne fai da te. Ed è solo su questo punto che sembra concordare il mondo vegano che, per il resto, rispedisce tutte le accuse al mittente. «La dieta vegana della mamma non danneggia il neonato, se si assumono adeguati integratori della vitamina B12», dice Leonardo Pinelli, già professore di Pediatria all'Università di Verona e direttore dell'Unità di diabetologia e nutrizione clinica pediatrica veronese, nonché membro del comitato scientifico dell'Associazione vegani italiani Onlus.
Per l'esperto vegano, sarebbe in atto «una guerra contro una scelta alimentare sana e adatta a tutte le fasi di vita dell'uomo». Aggiunge Pinelli: «Le maggiori società scientifiche internazionali considerano l'alimentazione sia vegetariana che vegana adeguata a tutte le fasi della vita. Il problema nasce dal fatto che queste diete vanno ben pianificate dagli specialisti che, ad esempio, possono raccomandare l'assunzione di un integratore di vitamina B12, non presente negli alimenti vegetali».
 
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